Catania-Pro Vercelli 4-0: Ritorno alla normalità?

I nuovi arrivi suonano la carica.

I nuovi arrivi suonano la carica. 

I nuovi innesti restituiscono solidità e gioco allo scacchiere di Marcolin. Adesso bisogna trovare la giusta continuità.

Chiudiamo gli occhi e facciamo un viaggio a ritroso nel tempo, fino alla scorsa estate. Riapriamoli e facciamo finta che nulla di tutto ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque mesi sia realmente successo. Cosa vediamo? La normalità. Quel che ci aspettavamo, da subito. Il Catania, formazione proveniente dalla massima serie, che abbatte una delle tante matricole che affollano il campionato di Serie B. Grazie all'apporto di giocatori nuovi, giovani e meno giovani, tutti italiani, tutti con solida esperienza nella categoria, alcuni di caratura superiore (Rosina, Calaiò), e un solo reduce della dolorosa retrocessione, Rinaudo, cioè l'unico che a conti fatti ha salvato la faccia la scorsa stagione. L'intero gruppo degli argentini, inadatti per ragioni tecniche o motivazionali, smantellato, quasi del tutto epurato. Era ciò che era lecito attendersi la scorsa estate, fuori dal campo, negli uffici dirigenziali con conseguenti ripercussioni all'interno del rettangolo verde. Piangere sul latte versato non serve comunque a nulla, a maggior ragione quando c'è un intero girone di ritorno ancora da disputare e ci sono tutte le possibilità per salvare, se non una stagione, quantomeno la categoria (e nel girone d'andata abbiamo avuto modo di vedere quanto ciò non sia per nulla scontato). Volare basso è quantomai opportuno, ma il match di stasera offre spunti e chiavi di lettura che ci permettono di verificare i progressi e tracciare giudizi, pur parziali, in prospettiva futura.

Marcolin, con questi giocatori ci siamo
Partiamo dal modulo scelto da Marcolin, che ha dichiarato di voler insistere in tal senso, sia in casa che fuori. Modulo finito sul banco degli imputati la scorsa settimana, pur con le attenuanti che erano state riconosciute: se non hai giocatori che corrono, e se non hai un Rosina a pieno regime sulla trequarti, con il centrocampo a rombo sacrifichi le fasce e ti consegni all'avversario. In sei giorni è cambiato tutto. Difesa totalmente inedita, importante innesto di Sciaudone a centrocampo, e Rosina dal primo minuto in campo. Ed è stata tutta un'altra storia. E' presto per esprimere valutazioni ultra-positive, ma al primo approccio tutti i nuovi arrivi hanno convinto. Belmonte, per 90' nel suo ruolo, si è distinto per attenzione e bravura in marcatura; Mazzotta dall'altro lato ha spinto con continuità e convinzione riuscendo al contempo a concedere pochissime ripartenze, grazie al contributo in tal senso di Coppola, tatticamente intelligente; Schiavi e Ceccarelli hanno presidiato la difesa con sicurezza; Rinaudo è tornato ai suoi standard; Sciaudone ha impressionato per le potenzialità dimostrate nelle fasi di palleggio e inserimento; e il resto lo hanno fatto i tre là davanti, tutti in gol, con un Maniero particolarmente incisivo con i suoi frequenti scatti sul filo del fuorigioco.

Finalmente una squadra con un'idea di gioco
Ma la notizia vera è che, come mai era successo in stagione, il Catania ha giocato da squadra. Ha trovato il famoso “amalgama” tanto caro al compianto Massimino. Era da parecchio tempo che non si vedeva al “Cibali” una squadra in grado di gestire un prolungato possesso palla, con numerosi passaggi consecutivi, pochi fronzoli dal centrocampo in giù, e poco spazio concesso a egoismi e sortite personali. E tutto ciò vale doppio se pensiamo che il 50% dei giocatori utilizzati si allena col gruppo e conosce i compagni soltanto da pochi giorni. C'è chi ha fatto (neanche tanto) ironicamente notare che se i nuovi arrivi hanno svolto una preparazione atletica differente in estate e adesso corrono più dei predecessori, un motivo ci sarà.

Cartellini ridotti e porta imbattuta: quanto tempo!
Più corsa, più sicurezza, più possesso palla garantiscono numerosi vantaggi. Innanzitutto riducono la necessità di ricorrere al fallo rude e sistematico, perché se la palla la gestisci tu sono gli avversari a dover ricorrere alle maniere forti. I due “soli” cartellini gialli rimediati dagli etnei rappresentano una notizia e in stagione la circostanza si è verificata soltanto in occasione dell'altro “cappotto” rossazzurro, il 5-1 rifilato alla Virtus Entella. L'altra notizia è aver mantenuto inviolata la porta difesa da Terracciano. Soltanto in altre due occasioni (Catania-Modena 0-0 e Catania-Latina 0-0) la difesa etnea era riuscita in tale “impresa”.

Fino a Modena frenare gli entusiasmi
Statistiche e progressi che andranno però valutati meglio nelle prossime giornate. La Pro Vercelli, pur autrice fin qui di un'ottima stagione (girone d'andata chiuso in zona playoff, +10 sul Catania sino alla scorsa giornata) si è dimostrata un'avversaria poco idonea per verificare la reale consistenza dei rossazzurri. La squadra di Scazzola adotta lo stesso modulo tattico, propositivo, del Lanciano, ma a differenza della formazione di D'Aversa non può contare su giovani altrettanto frizzanti, escluso il bomber Marchi, oggi ben controllato dalla premiata ditta Schiavi-Ceccarelli. E fuori casa, come quasi tutte le altre compagini di categoria - Catania compreso per quel che s'è visto fin'ora - sconta parecchio sul piano psicologico e non riesce a trasferire sul campo lo stesso ardore agonistico delle partite disputate davanti al proprio pubblico. Da questo punto di vista la sfida che attende gli etnei (la seconda consecutiva in casa, contro il Perugia) da un lato offre il vantaggio di poter acquisire ulteriore sicurezza e, si spera, punti, contro un avversario sulla carta più brillante sotto il profilo del gioco e degli interpreti, che adotta un 3-5-2 contro cui va testata la capacità di tenuta dello scacchiere “marcoliniano”; dall'altro, tuttavia, la vera dimostrazione di forza che i rossazzurri hanno finora disatteso e che resta imprescindibile per poter marciare con più tranquillità verso la salvezza e provare a mirare più in alto è il colpo fuori casa, e la prossima trasferta contro una squadra che sa coniugare quantità e qualità come il Modena di Novellino rappresenterà l'ennesimo banco di prova, che il Catania affronterà però con una squadra del tutto rinnovata.