Catania, 46 sfumature di giallo...

Catania 1980-81 (Foto: Mimmo Rapisarda)

Catania 1980-81 (Foto: Mimmo Rapisarda) 

Nella gara di Rende il Catania ha indossato una maglia gialla già sfoggiata in passato. Ne abbiamo parlato con Filippo Solarino

Come nel 2014/15
Sabato scorso, in quel di Rende, il Catania ha fatto il suo esordio in campionato. Lo ha fatto dopo una lunga e travagliata estate, fatta di sentenze, ricorsi e teatrini grotteschi, indossando una maglia gialla con chiari riporti rosso e azzurri. Gialla, come il colore che indica il primato al Tour de France. Gialla, come il sole a mezzogiorno. Gialla, come luce calda che si rivede in fondo al tunnel. Una maglia, data in dotazione insieme alla “rossazzurra” e alla “bianca”, che ritorna a vestire l’Elefante a distanza di qualche anno. Nell’ultima stagione di Serie B, la 2014/15, il Catania utilizzò la maglia gialla in undici trasferte. Bilancio assai negativo, contraddistinto da sette sconfitte, 3-0 a La Spezia e Lanciano, 4-2 a Livorno e Brescia, 3-2 a Padova contro il Cittadella, 2-0 a Bologna e 1-0 a Terni; tre pareggi, 2-2 a Trapani, e doppio 1-1 a Crotone e Bari, e una sola vittoria, il 3-0 in casa del Varese. Un vero e proprio disastro che non fece altro che diminuire il già poco appeal tra i tifosi rossazzurri, tutt’altro che entusiasti nel veder il Catania ‘46 vestito con quei colori che rievocavano un’altra realtà cittadina in auge nel cuore degli anni novanta.

Serie B 2014-15: Esultanza catanese (in maglia gialla) in casa barese 



Catania-Milan 1980: il giallo è 46
Per gli assidui frequentatori di Piazza Spedini e dintorni, che avevano almeno quindici o sedici anni tra il 1994 e il 2000, il giallo riporta a galla le maglie dell’Atletico Catania di Franco Proto, società che secondo i piani dell’imprenditore ennese e dell’allora sindaco Enzo Bianco doveva “sostituire” il vecchio Catania 1946 di Angelo Massimino, sprofondato nell’Eccellenza per volere del Palazzo. Associare il giallo all’Atletico è immediato, c’è poco da fare. Giallo, come quell’ananas con frutto, presa al solito chiosco, quello degli incontri casuali ma al tempo stesso sempre piacevoli, che non riesco a gustare così come vorrei…

“La scelta della maglia gialla fu una cosa positiva, perché l'Atletico abbandonò il rossazzurro”. Poche parole, ma poche parole che contano. È il ‘sommo’ Antonio Buemi, coautore de “Tutto il Catania minuto per minuto”, che appare alla mia destra in compagnia di Filippo Solarino, altro storico del pallone rossazzurro. Per chi ha qualche anno in più rispetto al sottoscritto, e una conoscenza storica molto più ampia, la storia è ben diversa: “Sono tanti ad associare la nuova terza maglia del Catania a ‘quell'altra squadra’ che a metà degli anni 90 calcò il terreno del nostro stadio – irrompe Filippo – . In realtà il Catania, ben 15 anni prima, aveva già indossato una maglia gialla nei primi mesi della Serie B 1980-81. Una maglia che venne fatta togliere a furor di popolo dopo le prime sconfitte, anche perché era gialla e non piaceva tanto ai tifosi”.

Una formazione dell'Atletico in maglia gialla del 1996/97: si riconoscono gli ex rossazzurri, i primi due da dx tra quelli in piedi, Paschetta e Squizzi 



Quel maglione giallo, utilizzato in passato solo dai portieri, Beppe Vavassori (così come si evince da alcune foto dell’epoca) e Gigi Muraro sul finire degli anni settanta, il 5 ottobre 1980 vestiva il Catania nella gara casalinga contro il Milan in Serie B: “Parliamo di una partita importantissima – sottolinea Filippo – ricordo che c'era lo sciopero del tifo perché Lino De Petrillo era stato licenziato da poco. Noi eravamo appena risaliti in B, mentre loro, appena un anno e mezzo prima, avevano vinto lo ‘scudetto della stella’ prima di retrocedere per il primo grande scandalo di scommesse in Italia. Tra l’altro, in quel Milan, c’erano in campo anche due futuri campioni del mondo in squadra, Fulvio Collovati e Franco Baresi…”

Il Catania, ancora a secco di gol dopo tre giornate (0-0 con Rimini e Foggia, sconfitta per 4-0 a Roma contro la Lazio), riuscì a segnare ben due reti al Diavolo, conquistando un pareggio prezioso: “Al gol di Bonesso – continua Filippo – c’è legato un aneddoto, quello del furto della 500, auto che gli era stata rubata la sera prima, il sabato. Guarda caso, dopo il mitico gol che fece ai rossoneri, sovrastando Collovati, la ritrovò la stessa domenica sera…”.

Filippo, come al solito, è un fiume in piena. Gli aneddoti si rincorrono: “Anni dopo, nella Serie C1 del 1987-88, la maglia gialla ritornò a vestire il Catania. Ricordo una sconfitta per 1-0 al “Vestuti” di Salerno, con rete decisiva di un certo Angelo Crialesi…”.

Dopo questi racconti, dopo aver conosciuto una parte di storia non vissuta, la mia avversione alla maglia comincia a diminuire. Il giallo è 46, anche Valentino Rossi lo sa…



Dalla maglia celeste di Sorrentino, all’azzurro Catania…
La “gialla”, associata a Gigi Muraro, venne indossata anche da Roberto Sorrentino. Anche se, in verità, il colore del portiere campano era un altro: “In un paio di partite, nel 1982, Sorrentino sfoggiò il giallo – prosegue Filippo Solarino – . Nei primi tre anni al Catania indossò una maglia celeste con bordi rigorosamente rossazzurri”.

I colori delle maglie, che siano seconde, terze o del portiere, variano e spaziano all’infinito. Nel calcio moderno, poi, può capitare anche di vedere un Napoli-Juventus al “San Paolo” con i piemontesi in tenuta completamente blu e i partenopei in bianco. Per non parlare del verdeazzurro sfoggiato dall’Inter nella scorsa stagione che, oltre alla maglia della Feralpisalò, ricorda anche la lattina di una famosissima bevanda gassata. Il Catania, per esempio, dagli anni duemila in poi ha indossato anche maglie arancioni (2000/01), giallo evidenziatore (2002/03) e nella stagione 2007/08, nella sola gara di Napoli, anche una particolarissima divisa blu-arancio, la maglia nerodorata esibita nella Dahlia Cup (estate 2009), per non parlare dell'odiosa camouflage di qualche anno fa. Spesso cambia il fondo, ma le rifiniture mantengono sempre fede ai colori sociali del club. Tal volta, però, viene meno l’intensità di un colore, e noi ne sappiamo qualcosa…

Catania in maglia gialla sul campo del Rende 



“Sinceramente – confido ad Antonio e Filippo – il colore che più mi piace per una terza maglia è il nero, come la pietra lavica, così come quella utilizzata nel 2001/02, anno dell’ultima promozione in B”. Il livello dell'avversione è diminuito, lo confermo, ma il giallo non mi fa impazzire, anche se, nella divisa 2018/19, c’è un dettaglio che non va trascurato: “Nella parte superiore della maglia gialla, nelle pennellate di rosso e azzurro – invito Antonio e Filippo ad osservare la foto scattata da Nino Russo a Rende –, si nota chiaramente che l’azzurro è diverso rispetto a quello utilizzato nella prima maglia. È un azzurro più intenso, che somiglia a quello utilizzato negli anni novanta, l’azzurro Catania!”

“Hai ragione – esclama Filippo – questo è il nostro vero azzurro, che poi l'azzurro che indossammo per tutta la nostra storia sino al 2005, quando venne scelta tonalità più chiara. Il nostro è l’azzurro mare, molto più caratterizzante dell’azzurro cielo, che poi è quasi celeste. Catania è una città di mare, quindi è logico che quello sia l’azzurro del nostro mare, insieme al rosso che rappresenta la lava dell’Etna. L’azzurro cielo c’è anche su Enna, ma a Enna non c’è il mare…”