Caser...tonfo

Ennesimo disastro arbitrale...

Ennesimo disastro arbitrale... 

Max Licari sulla sconfitta contro la Casertana. Altra occasione persa nell'ambito di una gara sfortunata, mal diretta e imprecisa.

Tre indizi, una prova
Sicula Leonzio, Trapani, Casertana. Tre occasioni per accorciare in maniera decisiva sul battistrada Lecce, tre sconfitte (cinque complessive, finora). Appare evidente che a questa squadra, pur forte e in grado già di disputare un campionato di vertice, manchi qualcosa in termini di personalità per poter compiere quel passettino in avanti capace di consentirle di colmare il gap con un team che sta facendo cose straordinarie. Questo “qualcosa”, possibilmente, dovrà essere aggiunto con il mercato di gennaio. È vero che si è giunti al match conclusivo dell’anno, secondo del girone di ritorno, in condizioni non ottimali e in formazione largamente rimaneggiata, ma cercare alibi non porterebbe veramente a nulla. Anche a Rende e a Fondi, in verità, il Catania si era presentato con diverse defezioni importanti e il risultato, oltre che la prestazione, aveva arriso ai rossazzurri. Dunque, in merito all’inattesa sconfitta interna con la Casertana di D’Angelo, si deve parlare di approccio sbagliato, scelte non produttive e mancanza di “garra” nei momenti cruciali. I due gol a freddo siglati dal redivivo Padovan (in specie il secondo, assai discusso per la posizione del centravanti campano) hanno tagliato le gambe agli etnei, poi incapaci di rimediare, malgrado il gol della speranza segnato da Fornito su assist di Curiale (seconda rete consecutiva per il centrocampista ex Messina) sia giunto per tempo, addirittura al 19’. C’era tutto il tempo per ribaltare il risultato. Certo, il Catania non è stato fortunato, considerata la disastrosa (ennesima) direzione dello spaesato signor Camplone di Pescara (assolutamente inadeguato alla categoria e penalizzante in maniera unidirezionale nei confronti del Catania, soprattutto in occasione della mancata concessione di un netto rigore sul subentrato Manneh nel finale) e appurato che nella ripresa almeno tre sono state le occasioni nitide e un paio le parate decisive di Cardelli, non meritava la sconfitta. Tuttavia, non si può negare come i 10.000 del “Massimino” si aspettassero un regalo di fine anno assai diverso da quello ottenuto. Da un possibile -1 con il quale festeggiare il 2018, si è passati a un pesante -4 che indubbiamente rovina il Capodanno ai supporters dell’Elefante. Un turno ipoteticamente favorevole agli uomini di Lucarelli si è trasformato, così, in un mezzo trionfo per il Lecce, capace di pareggiare con autorevolezza al “Provinciale”, dove il Catania era stato nettamente battuto. Nessun dramma, ovviamente. In ogni caso, il Catania ha finora complessivamente fatto bene e le positività hanno un’incidenza nettamente maggiore rispetto alle criticità. Il Catania, come società e come squadra, è stato ricostruito nel suo impianto generale, ha una sua fisionomia e mostra un suo spiccato carattere. È necessario migliorare, però, nelle situazioni in cui si è fatto male e, come detto, per farlo ci vorrà quel pizzico di qualità in più che solo il mercato può fornirti. Siamo certi che, come sottolineato dallo stesso Pietro Lo Monaco, protagonista della rinascita della società di Via Magenta, sarà fatto quanto necessario. Così come sarà necessario farsi sentire in modo netto in merito alle troppo frequenti “disavventure arbitrali” cui incappa il Catania. Che una squadra come quella rossazzurra, in grado di entrare spessissimo in area, prenda così pochi rigori è un’anomalia subito spiegata: ne vengono negati di nettissimi quasi a ogni match. È ora di dire basta.

Partita persa a centrocampo
Questa volta, Lucarelli non è stato protagonista di scelte fortunate. È vero che le assenze lo hanno costretto a presentare un centrocampo non molto qualitativo, con Bucolo in regia e Fornito a supporto di Mazzarani, ma sulle fasce la riproposizione del duo Semenzato-Esposito non ha convinto, al di là del fatto intrinseco che si siano rivelati alla fine fra i meno “in palla”. Probabilmente, in una partita da vincere contro una squadra presumibilmente arroccata dietro la linea del pallone, sarebbe stato il caso di utilizzare subito gente come Caccetta, Di Grazia o Manneh, poi fra i migliori quando subentrati nella ripresa. In particolare, ci chiediamo come mai il giovane gambiano sia stato preso così poco in considerazione. Il suo ingresso ha movimentato la squadra, ha mostrato buone doti tecniche e “gamba” assolutamente più brillante rispetto ai compagni. E il rigore decisivo se lo era anche procurato… La realtà, invece, è che i vari Rajcic, De Rose, Carriero, D’Anna hanno messo in difficoltà i lenti e farraginosi portatori di palla etnei, non disdegnando mai l’imbucata in ripartenza, tanto che gli ospiti, a parte i due gol iniziali (molto bello il tiro dal limite in occasione del primo sigillo), hanno comunque prodotto almeno altre due o tre ripartenze potenzialmente vincenti, condite da una parata importante di Pisseri sullo stesso scatenato Padovan. Insomma, un pomeriggio approcciato male, sfortunato e infelice. Inoltre, perdere sei punti in un campionato con una squadra come la Casertana, di certo non fra le migliori, risulta alquanto spiacevole. Un vero peccato.

Buon 2018
Non fare drammi, significa rimanere ottimisti e rimettersi subito a lavorare per farsi ritrovare pronti alla ripresa del 21 gennaio che riserva al Catania il big match di Lecce, quella sì partita sostanzialmente decisiva, perché una sconfitta significherebbe mandare i salentini dell’imbattuto Liverani a +7. Quindi, olio di gomito e pedalare, senza cercare scuse e indipendentemente dal mercato, che comunque dovrà regalare a Lucarelli alcuni correttivi importanti. Colgo, infine, l’occasione per augurare un felice Anno Nuovo ai fratelli rossazzurri sparsi per l’orbe terracqueo, con la fondata speranza che il 2018 ci conduca dove più ci compete. Let’s go, Liotru, let’s go!!!