Binda: "Senza un ds in trincea è dura fare mercato"

Il giornalista della Gazzetta dello Sport Nicola Binda

Il giornalista della Gazzetta dello Sport Nicola Binda 

Il giornalista della Gazzetta in un botta e risposta coi tifosi sul “muro” esprime diversi giudizi sul Catania.

 L’interazione tra gli utenti del muro e Nicola Binda

L’interazione tra gli utenti del muro e Nicola Binda 


Nicola Binda, noto giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, è stato il primo ospite della nuova iniziativa della redazione di CalcioCatania.com, basata sull’interazione tra l’esperto di turno e i tifosi rossazzurri, direttamente all’interno di quella grande comunità virtuale che è, sin dalle origini, il muro.

Caso Parma
Rileggendo le domande poste dai nostri utenti spicca a sorpresa tra gli argomenti trattati il “caso Parma”, che ha suscitato grande interesse sotto l’Etna per diversi motivi: innanzitutto c’è chi ancora si chiede il perché del silenzio della società di Via Magenta di fronte a una situazione che l’ha vista come parte lesa, ma Binda si affretta a chiarire che il problema era stato già denunciato dalla Covisoc, inascoltata dalla Figc; quanto alle prospettive attuali, il giornalista chiarisce che, nonostante l’impegno dei curatori, i potenziali proprietari stanno valutando la convenienza dell’operazione in base alle pretese restrittive (e tardive) della federazione. Altro intervento non strettamente attinente al Catania è quello relativo al progetto di riduzione dell’organico della cadetteria: al riguardo, Binda ritiene che una B composta da 20 squadre sia la soluzione ideale.

Negli ultimi anni è mancato un progetto tecnico. Silenzio-stampa da condannare
Sul fronte più marcatamente legato alle vicende del Catania, i tifosi lasciano trasparire l’amarezza per le ultime stagioni che prevale sulle curiosità in vista del prossimo campionato. A tal proposito Binda sottolinea come sia mancato un vero e proprio progetto tecnico negli ultimi due anni, eccezion fatta per l’ultimo mercato di gennaio. Proprio per questo si mostra scettico sull’allontanamento di Delli Carri. Alle numerose domande sul silenzio stampa attuato dalla società etnea, il giornalista non nasconde la propria condanna, ritenendolo come una delle stranezze che lo hanno maggiormente colpito, rappresentando “una mancanza di rispetto verso i tifosi (che pagano) e i giornalisti (che lavorano)”. Sempre in relazione ai fallimenti del recente passato, Binda si sofferma su Ventrone (”la professionalità non si discute ma è mancato l’affiatamento”) e su Bologna-Catania, giudicata come la svolta in negativo del finale di stagione. Sul mancato utilizzo di Schiavi e Sciaudone (gestiti da Romualdo Corvino) per presunti motivi extra-calcistici Binda ci tiene a far osservare che non si trattava di una decisione facile, e che eventuali errori dei due giocatori avrebbero dato adito a fastidiose chiacchiere.

Cosentino più che un semplice dipendente
Ma il personaggio inevitabilmente più discusso (e quindi chiacchierato) delle ultime stagioni (e quindi del muro) è l’ad Pablo Cosentino. Colpisce in particolar modo una frase del giornalista della Gazzetta: ”mi sembra che Cosentino sia più che un semplice dipendente”. In generale è fermo nel bocciare la gestione societaria, che sembra continuare ancora adesso sulla stessa falsa riga di un anno fa: tante chiacchiere (tali sono considerate le promesse fatte a Marino per una stagione da protagonista), pochi fatti (su tutti il mancato contatto col Vicenza per liberare il tecnico e l’assenza di un direttore sportivo alla Delli Carri che possa programmare il mercato). Il botta e risposta su Cosentino alimenta un confronto sul ruolo sempre più preponderante di procuratori e fondi d’investimento all’interno delle moderne società calcistiche. Binda afferma che è normale avere rapporti coi procuratori, un po’ meno farli comandare a casa propria, ed è necessario un forte rapporto fiduciario. Sull’altro prospetto del settore fortemente discusso a Catania negli ultimi mesi, Alessandro Moggi, Binda chiarisce che si tratta di un consulente, del Catania e di altre società, e proprio per questo motivo ha tutto l’interesse affinché la società etnea torni a brillare.

Marino una certezza, ma senza un vero ds come accontentarlo?
Chiudiamo con i punti di vista sul Catania che verrà. Marino viene considerato una certezza; il problema, a giudizio del giornalista, sta nella squadra che gli consegnerà la società, che pare abbia promesso di assecondarlo sul mercato. Da questo punto di vista, tuttavia, lo stesso Binda ritiene che non sia necessaria una rivoluzione: basterebbe aggiungere due o tre innesti graditi al tecnico alla squadra del girone di ritorno. L’unica trattativa chiesta dai tifosi è quella relativa al riscatto di Mazzotta, che sembra lontano dai pensieri della dirigenza etnea. Binda afferma che c’è poco da preoccuparsi, perché siamo ancora alle prime schermaglie. Non perde l’occasione per ricordare però che ”senza un ds è dura fare mercato”