Anche i canarini ruggiscono

Sannino, esordio difficile...

Sannino, esordio difficile... 

Max Licari sulla difficile "prima" di Sannino alla guida del Catania. Ci sarà molto da lavorare...

Un impatto irto di difficoltà
Lo sapeva Sannino. Lo sapeva che, accettando di prendere in mano una "patata bollente" come l'attuale compagine rossazzurra, ci sarebbe stato da soffrire. Tante aspettative, risultati conseguiti scarsissimi. E la prima uscita del "suo" Catania ha confermato le non ottimistiche previsioni della vigilia. Ci sarà da lavorare,allo spasimo, su una squadra che presenta difficoltà e "buchi" di lampante evidenza. Se qualcuno si aspettava che giungesse il Grande Motivatore che, con il megafono magico, riuscisse in un paio di giorni a far comprendere a questi ragazzi alcuni concetti basilari del calcio dei poveri targato Serie B, ebbene si sbagliava di grosso. La partita contro un Modena ordinato e niente più (team veramente modesto quello allenato da quella vecchia volpe di Walter Novellino), ha confermato tutte le "magagne" emerse in questo deludente inizio di campionato, dal centrocampo fumoso all'attacco povero di rifornimenti alla condizione atletica certamente inferiore rispetto, finora, a tutti gli avversari incontrati. Con un "ma" che, dalle dichiarazioni di Sannino a fine gara, potrebbe tuttavia aprire un mondo nuovo alle speranze d riscossa degli imbufaliti e sfiduciati tifosi che, con encomiabile attaccamento ai colori, non hanno mancato di riempire gli spalti del "Massimino" e incitare la squadra fino al 90' (i fischi a fine partita o all'uscita dal campo dei giocatori più deludenti, nonché qualche coro di delusione e arrabbiatura ci stanno: è così dappertutto): la rinnovata voglia di fare e di aiutare il compagno, l'impegno, un'attitudine maggiore all'attenzione difensiva, una più evidente ricerca di equilibrio in campo. Certo, stiamo parlando di voglia e nulla più, perché per il resto si può tranquillamente riassumere la prestazione di Spolli e compagni con il termine "confusione". E disorganizzata, per giunta... Non resta, quindi, che appigliarsi come a un'ancora di salvezza a questo "ma" e sperare in un futuro migliore, sebbene tempo di rifletterci su ve ne sia poco, dato che già martedì sera si dovrà andare a battagliare a Crotone contro una squadra capace di espugnare Bologna con un netto 2-0. La dura realtà, il "campo", dicono che il Catania ha 2 punti in classifica, a 8 dal Perugia capolista. Non solo, attenzione, è penultimo e in piena zona retrocessione. A questo Sannino deve attenersi, a questo deve far riferimento chi espone giudizi su quanto finora prodotto dal lavoro della società, dallo staff tecnico e dai giocatori. Mi sembra che il neo trainer dell'Elefante lo stia facendo, giacché le sue dichiarazioni postpartita risultano essere improntate al realismo e all'onesto riconoscimento delle grandi difficoltà attuali. Diciamo che gli "animali" richiesti alla vigilia dallo stesso allenatore ex Watford hanno fatto qualche timido passo fuori dalla gabbia, ma di ruggiti nemmeno l'ombra... I canarini, di contro, quella gabbia l'avevano abbandonata già da tempo.

Ovviamente, la strada è un'altra...
Concediamo a Sannino l'attenuante della tempistica. Non si può in pochi giorni fare nulla di nulla. Concordo, quindi, sulla decisione di non stravolgere "ex abrupto" il tema tattico della squadra, puntando ancora sul 4-3-3. Però, le assenze non gli hanno consentito di schierare, purtroppo, una formazione plausibile. E, qui, si torna al tema mercato. In settimana, Pablo Cosentino ha riaffermato la convinzione che il "suo" Catania sia completo in ogni reparto per poter primeggiare in Serie B. Per carità, legittimo, ma poi alle parole devono seguire i fatti. Questi ultimi, alla quarta giornata, dicono altro. Se Sannino dichiara che, non avendo centrocampisti centrali di ruolo, si sente costretto a schierare il buon Ciro Capuano come mediano davanti alla difesa, beh, siamo al paradosso. Mancando Rinaudo e Calello (quest'ultimo, peraltro, assai deludente all'esordio), con Almiron da tre anni perennemente ai box per infortunio, si sono visti Chrapek, Martinho, addirittura Rosina in cabina di regia, per poi giostrare da mezzali, in un turbillon in cui non si è capito nulla e tanto meno, penso, abbiano compreso alcunché i giocatori stessi. Solo confusione, mancanza di fluidità di gioco, errori anche banali, frenesia di fare la giocata vincente anche in condizioni obiettivamente difficili, il tutto ad agevolare la tranquilla difesa canarina, cui, per l'ennesima volta, solo il solletico hanno fatto il vaporoso Castro (inconcludente), il volenteroso ma inoffensivo Leto (per l'impegno profuso, mi sento di dire che io non lo avrei fischiato, ma è opinione personalissima), l'imperscrutabile Cani, capace di divorarsi nel finale l'unica palla gol decente prodotta dalla squadra in tutta la partita, il veloce ma leggero Marcelinho, il generoso Calaiò (cui non viene consegnata una sola palla minimamente trasformabile). Continuo a pensare, inoltre, che il Rosina lontano 40 metri dalla porta, costretto a correre e inseguire ragazzotti nella propria metà campo, sia quanto di più deleterio per le sorti del Catania ci possa essere. Sì la generosità, sì l'abnegazione, ma questo è un giocatore acquistato per fare la differenza negli ultimi 30 metri... Cambiare idea e percorso mi sembra improcrastinabile.

Razionalità
Non può essere accettabile che un team come quello etneo, in casa contro il Modena, non impegni una sola volta il portiere avversario e che, regolarmente, si faccia stoppare dai Salifu (ex non troppo rimpianto) o dai Manfrin. Insomma, ripeto, l'unica indicazione positiva è quel minimo di solidità difensiva ritrovata, anche negli esterni, tanto che Peruzzi e Monzon hanno disputato la miglior prestazione fin qui. Ma troppo poco. Diventa imperativo costruirvi sopra il nuovo edificio sanniniano, ovviamente in tempi rapidissimi. Risulta chiaro a tutti, ormai, che il problema di fondo sia il centrocampo. Rinaudo e Calello sono mediani, non costruttori di gioco, Almiron non si sa che contributo possa fornire, Chrapek ha qualità ma pare ancora acerbo, Martinho e Castro sono esterni e lì devono giocare (soprattutto il brasiliano perde efficacia lontano dall'out mancino). L'impressione è che a gennaio sarà questo il reparto in cui intervenire con una indispensabile puntellatura, fermo restando che l'attuale Cani dà pienamente ragione a quanti hanno criticato la decisione di farne il vice-Calaiò. Ma non può essere sicuramente additato l'abanese come capro espiatorio. Già di "capri", dalla scorsa stagione a oggi, fin troppi ne sono stati sacrificati. L'unica "entità" cui demandare e domandare è quella avente la piena responsabilità tecnica e gestionale: la società. A Cosentino il compito di rimettere in sesto la baracca con gli interventi necessari. E per "necessari" non si intende solo il cambio d'allenatore (altrimenti l'anno scorso avremmo vinto la Champions...), ma anche e soprattutto la capacità di incidere all'interno dello spogliatoio, nella gestione di calciatori fin qui riottosi alla comprensione della situazione complessiva... Ci vorrà molta decisione altrettanta razionalità. Razionalità, ecco la parola d'ordine per il futuro tattico e tecnico del Catania. Cercare di far quadrare il cerchio con il materiale già esistente sarà imperativo categorico del tecnico, che avrà una sola arma a disposizione: il lavoro. Non il tempo. Quello corre. Martedì a Crotone sarà difficilissimo. Lo dico subito: "questo" Catania avrebbe poche chance anche allo "Scida". Servirà un piccolo miracolo da parte di tecnico e giocatori, un miracolo di grinta e concentrazione. I tre punti sarebbero l'unico toccasana per riprendere una marcia che tutta la piazza sente non poter essere altrimenti finalizzata che a un unico obiettivo: Serie A. Una maledizione il partire favoriti, ma è il minimo che si potesse fare per risarcire una tifoseria delle pesantissime amarezze della scorsa stagione. Let's go, Liotru, let's go!!!