Akragas...trite!!!

Rigoli, sfortuna e scelte controverse...

Rigoli, sfortuna e scelte controverse... 

Max Licari sulla beffa subita dal Catania contro l'Akragas. Sfortuna, ma non solo. Errori e scelte tecniche da rivedere...

Incredibile sfortuna, ma…
Come un “sei” al Superenalotto. L’Akragas sbanca Catania al 94’ con il suo unico tiro pericoloso scagliato verso la porta di Pisseri (Zanini da 25 metri), al culmine di una partita a senso unico, in cui i rossazzurri riescono nella non facile impresa di fallire non meno di cinque nitide palle gol e beccare una clamorosa traversa con Di Grazia, oltre a subire l’annullamento di una rete regolarissima da parte della disastrosa terna arbitrale, più consona a un match di terza categoria che a un campionato professionistico. In soldoni, tutta la “buona sorte” di Matera dilapidata in una gara stregata che, se rigiocata altre venti volte, il Catania difficilmente potrebbe non vincere. Detto questo, la rete subita quasi a tempo scaduto a molti è parsa la naturale “Nemesi” abbattutasi su un attacco capace di imperdonabili errori sotto porta e su incomprensibili scelte tecnico-tattiche giunte in corso d’opera dalla panchina.

Perché?
Francamente, pochi hanno compreso la sostituzione al 65’ del migliore in campo, Di Grazia, a favore di Russotto. Attenzione, non che il fantasista ex catanzarese non meritasse di giocare; anzi, io lo avrei impiegato dall’inizio. No, non si comprende proprio l’avvicendamento con il “catanesino volante” che aveva fatto ammattire per tutta la ripresa la linea difensiva agrigentina, aveva colpito una clamorosa traversa e aveva fornito una splendida palla da spingere dentro a Paolucci, poi sprecata dallo stesso, appesantito, attaccante ex juventino. Obiettivamente, sembrava l’ultimo a poter e dover uscire dal campo. Notevole, quindi, lo stupore di tifosi e giornalisti quando si è acceso il numero 23 nel display delle sostituzioni a bordo campo. Una mossa perlomeno azzardata che, se poi le cose ti vanno male, paghi a caro prezzo. Ci si chiede perché, Santa Pazienza, perché mettersi l’acqua dentro quando non ve n’è alcun bisogno! Ma pare sia vezzo di molti tecnici “inventarsi” mosse a sorpresa in grado di stupire gli intenditori. Non si è rivelato questo il caso, purtroppo. Non convincono le parole del trainer ex akragantino a fine partita: se volevi far riposare qualcuno in vista delle prossime gare, più indicato di un ventenne in stato… Di Grazia (lo so, “calembour” pessimo) sarebbe risultato, per esempio, un Paolucci in chiaro debito d’ossigeno e assai impreciso sotto porta. Non solo. Di Grazia, se poi decidi di inserire un ulteriore attaccante (come avvenuto successivamente: addirittura due, Piscitella e Anastasi), lo puoi benissimo spostare a interno di centrocampo, senza mutare troppo l’assetto. Se non sbaglio, il medesimo Lo Monaco ci tiene a ribadire che Andrea sia un centrocampista… Anche l’ingresso al 78’ di Piscitella al posto di Fornito, altro ragazzo in grado di correre in lungo e in largo per 180’ di seguito, lascia perplessi. Non sarebbe stato meglio far riposare uno Scoppa in evidenti difficoltà dinamiche, magari accentrando Biagianti, molto più in palla dell'argentino? Insomma, si è perso immeritatamente (tanto che, a fine match, giustamente le due curve hanno applaudito i ragazzi, cui nulla può essere imputato sotto il profilo dell’impegno e i cui volti affranti esprimono tanto della profonda delusione per la rocambolesca sconfitta); si è perso per sfortuna; si è perso per l’annullamento improvvido di un gol regolare; tutto vero, ma determinate scelte non le ha messe in atto il miracolato tecnico Di Napoli, le ha compiute Rigoli; determinati errori non li hanno commessi Cocuzza o Gomez, sono stati perpetrati da Paolucci, Calil, Russotto o Piscitella (veramente incredibile anche lo sbaglio dell’ex romanista sotto misura). Adesso, altro che media inglese! Il Catania perde tre punti essenziali che non avrebbero mai dovuto essere dilapidati e la classifica, complice la penalizzazione, comincia a divenire pericolosa, tanto che il prossimo recupero di mercoledì sera con il Fondi (peraltro capace di pareggiare con la quotata Juve Stabia) diventa cruciale: o si vince e si abbandona il -1 in graduatoria oppure, evidentemente, la strada non è giusta, non “spunta” dove dovrebbe spuntare e necessita di pronte “correzioni”, pena l’accumulo di un ritardo irreparabile. Non dico da Foggia, Lecce o Matera, le quali continuano a vincere e già si trovano a distanze siderali dal Catania, ma finanche dalle posizioni di primo rincalzo che assegnerebbero una migliore collocazione nella griglia dei “dilatatissimi” play-off di fine stagione.

Una prima “spia” si è accesa…
…la speranza è che si tratti solo di un falso contatto e che tutto si sistemi in tempi brevi. Tuttavia, commettere l’errore della scorsa stagione, quando, a un certo punto del campionato, un po’ tutti avevano intuito che il “percorso” articolato inizialmente si sarebbe inevitabilmente arenato a metà strada; un po’ tutti, avevano conseguentemente subodorato che sarebbe risultato necessario un sollecito “raddrizzamento della rotta”; un po’ tutti, insomma, avevano compreso, ma non furono tratte le tempestive risultanze, agendo in maniera netta, seppur dolorosa, da coloro che dovevano farlo… ecco, sarebbe assai deleterio per il futuro del sodalizio dell’Elefante. Sono sicuro che ciò non accadrà con Pietro Lo Monaco, uno che in passato ha saputo prendere le decisioni giuste al momento giusto. Per il momento, come accennato sopra, l’auspicio è che la strada tracciata a inizio campionato si dimostri prodiga di soddisfazioni e non necessiti di alcun aggiustamento.

Primo tempo regalato, ripresa a spron battuto, beffa finale
Rigoli, privo dello squalificato Djordjevic, sceglie di inserire Bergamelli al centro della difesa, spostando Bastrini sulla sinistra e inserendo Parisi a destra; in mezzo, Fornito preferito a Di Cecco; in attacco, spazio a Di Grazia al posto di Russotto. Scelte assai coraggiose. Il primo tempo non gli dà ragione. Ferma restando la sostanziale inesistenza in avanti dell’Akragas, i rossazzurri non riescono a sfondare la linea difensiva ospite, ruminando calcio in mediana, dove il lento Scoppa non riesce a dettare con la sufficiente prontezza i tempi di gioco. Con il solo Biagianti a correre e contrastare e il giovane Fornito a cercare qualche inserimento senza palla, inevitabile che il trio d’attacco produca poco. Il solo Di Grazia tenta qualche affondo, beccando anche una ammonizione per simulazione in area di rigore ospite. Nel secondo tempo, come accaduto a Matera, i rossazzurri si svegliano, pressano l’avversario e cominciano a inanellare occasioni su occasioni che, come detto precedentemente, o vengono sprecate per insipienza (Paolucci, Piscitella) o per sfortuna (Di Grazia) o per bravura del portiere (Russotto) o per inadeguatezza del collaboratore di linea dell’arbitro (Calil). Al di là dei cambi e delle perplessità, la rete finale di Zanini risulta una vera e propria beffa. Ciò che si è visto al “Massimino” è davvero impensabile. Evidentemente, il Catania non ha ancora concluso il proprio calvario improntato alla cattiva sorte. Ne prendiamo atto.

Fondi…mentale
Inutile ripetersi: mercoledì sera, il match con i laziali non concederà appello. O si vince oppure si va in netta e chiara difficoltà. Ma difficoltà seria... Due gare interne senza vittoria, dopo tre pareggi consecutivi, sarebbero un bottino troppo esiguo e assai nocivo per l’asfittica classifica. Diciamocelo chiaramente, al netto delle tre trasferte consecutive, il Catania di Rigoli ha prodotto 6 punti in 5 gare, andamento del tutto simile a quello della seconda parte della scorsa stagione. A buon intenditor, poche parole… Let’s go, Liotru, let’s go!!!