...Tulli giù per terra!

Delusione rossazzurra...

Delusione rossazzurra... 

Max Licari sulla cocente sconfitta di Trapani. Pareggio risultato più giusto, ma troppe occasioni sprecate...

Non solo sfortuna
Qualcuno potrebbe pensare che il Catania si ritrovi alla ventiseiesima giornata quarto in classifica, a -10 dal primo posto e a -4 dal secondo per mera sfortuna. E potrebbe vieppiù cullare tale convinzione al termine del match di Trapani dove, obiettivamente, i rossazzurri non hanno meritato la sconfitta, giunta al termine di un match equilibrato risolto da un’autentica prodezza in rovesciata di Tulli e in cui sono state gettate al vento non meno di quattro nitide occasioni da rete, condite anche da un clamoroso palo di Lodi su splendida punizione dal limite. Tuttavia, se davvero si giungesse a certificare tali considerazioni, ciò significherebbe la fine delle speranze del Catania di ritornare, in questa stagione, in Serie B. Questa di Trapani è UNA partita, ma è necessario fare un ragionamento complessivo. Il Catania, innanzitutto, fallisce sistematicamente tutti i match-bivio. Si era detto che si sarebbe valutato il nuovo corso tattico di Sottil, il 4-3-1-2 varato con successo contro la Casertana, dal match del “Provinciale” e tale risultato positivo non è giunto. Il Catania ha cambiato pelle più volte nel corso della stagione e non è mai riuscito a trovare una strada univoca. Ciò significa che non possiede le stimmate del predestinato, cioè quella solidità mentale, caratteriale e tecnica tipica di chi è conscio dei propri (ipotetici) mezzi superiori. In secondo luogo, il Catania ha segnato pochissimo in trasferta nelle ultime gare, ottenendo risultati assai mediocri (un punto in tre match nel 2019). E una compagine che, fuori dalle mura amiche, non mostra “continuità nella personalità” è davvero proiettata a guadagnarsi poche chance di conseguimento dei propri obiettivi. Ancora una volta, ed è un dato sconfortante e al tempo stesso indicativo, il Catania ha perso non riuscendo a rimontare dopo essere passato in svantaggio. Terza e ultima considerazione, diremmo decisiva: nessun osservatore neutrale di questo girone C della Serie C potrebbe dire che il quarto posto attuale degli etnei sia immeritato. Juve Stabia, Trapani e Catanzaro, oggettivamente, mostrano congegni tattici meglio orchestrati rispetto a quello etneo, indipendentemente dal valore dei singoli organici. Il Trapani, diciamocelo con sincerità, si mostra “più squadra” del Catania, più coeso, più compatto, soprattutto nello sviluppo delle trame a centrocampo, il vero tallone d’Achille dei rossazzurri. Ovviamente si tratta di un’opinione personale ma, avendo analizzato “sul campo” le mediane delle prime quattro in classifica, quella del Catania risulta la meno efficace, anche sotto il profilo tecnico. Perché è vero che un Lodi, in valore assoluto, le altre non lo possono vantare, però il resto (e non si intende il “contorno”, ma il nerbo autentico del reparto) appare inferiore atleticamente e tecnicamente. E, se a ciò aggiungiamo che Lodi non è certamente al massimo delle sue possibilità atletiche e, per essere utilizzato al meglio, deve essere “protetto”, possiamo comprendere come la cifra di gioco del Catania rimanga, in ogni caso, non consona alle aspettative. Corapi e Tagordeau, due elementi in forza a un team dato per fallito in estate, sono più forti tecnicamente e atleticamente dei 4/5 del reparto di mezzo rossazzurro. Questa è la sacrosanta verità supportata non dai “si dice”, ma dalla solida, e spesso crudele, realtà del tappeto verde, l’unica che conti. Si è sbagliato molto, in estate, a livello di composizione della rosa dalla mediana in su e il mercato di gennaio non ha colmato tutte le lacune. Un piccolo miglioramento si intravede, è vero, ma non sufficiente a rassicurare i tifosi. Non basta un Carriero per poter aggiustare un centrocampo che necessitava di una mezzala con altre caratteristiche, insomma. Anche in avanti, del resto, Di Piazza è un buon attaccante di categoria, ma non può bastare. Manca inventiva, manca rapidità nel saltare l’uomo e innescare la superiorità numerica. Potrebbe migliorare la situazione un Sarno in buone condizioni, ma anche lì qualche perplessità (che auspichiamo venga fugata del tutto) di carattere puramente fisico sussiste. Infine, la “questione delle questioni”: siamo a tre quarti del campionato, il Catania non ha soddisfatto i propri tifosi in termini di gioco e, soprattutto, rimane lontano dall’obiettivo prefissato (primo posto), rischiando pure seriamente di non raggiungere il “minimo sindacale”, quel secondo gradino del podio che garantirebbe playoff più “morbidi”. Ne consegue che, finora, la gestione tecnica non si è dimostrata all’altezza (purtroppo, aggiungiamo, considerata l’enorme stima per l’uomo che tutta la piazza nutre per Sottil). Il sottoscritto continua a pensare, come accaduto durante la passata stagione nel caso di Lucarelli, che non si stia percorrendo la strada giusta…

Gara equilibrata, Catania troppo impreciso
Alla logica riproposizione da parte di Sottil dell’undici vittorioso contro la Casertana ha fatto da contraltare un Trapani più offensivo nelle intenzioni, con Silva e Costa Ferreira sugli esterni bassi e tre attaccanti come Ferretti, Evacuo e l’ex Fedato (quasi subito sostituito da Tulli) a cercare di far saltare il comunque ben munito assetto difensivo catanese. Italiano, conscio dell’importanza anche psicologica di questo match, ha voluto giocarsela all’inizio. Ne è scaturita una partita molto equilibrata, maschia e non prodiga di emozioni, seppure le due squadre al termine della prima frazione siano riuscite a confezionarne un paio a testa (Lodi e Carriero per il Catania, Tulli e Tagordeau per il Trapani). Più quadrato il Catania rispetto alle ultime uscite in trasferta, ma come sempre impreciso in mediana, in specie con Biagianti (prestazione deludente per il capitano) e Bucolo, mentre Lodi si è acceso solo a intermittenza. Poco servite le punte di entrambi i team, malgrado Tulli ed Evacuo siano apparsi certamente più mobili di Marotta e Di Piazza, entrambi protagonisti alla fine di una gara non certo scintillante. Spicca, di contro, la verve di Corapi in regia, un giocatore top per la categoria in grado di dominare letteralmente il match fino al 90’. Se il Catania avesse un giocatore del genere, aumenterebbe il proprio potenziale non meno del 30%... Nella ripresa, le squadre si sono mostrate subito più lunghe e più orientate a produrre azioni da rete. Nei primi 15', meglio il Trapani che, dopo aver impegnato Pisseri con Evacuo, passa al 56’ con la prodezza “alla Cantarutti” di Tulli, un gol eccezionale cui va dato il giusto risalto. Rispetto al recente passato, pur con un avversario forte, il Catania è riuscito a reagire con sufficiente veemenza, confezionando un gol annullato di Di Piazza (fuorigioco), un palo di Lodi e tre occasioni pazzesche fallite da due passi da un Curiale sempre più “oggetto misterioso”. Sfortuna sì, ma anche imprecisione imperdonabile. Imprecisione che una squadra come il Catania non può consentirsi. Come sempre infruttuose e confusionarie le mosse in corsa di Sottil quando c’è da recuperare un risultato (tanto che, come già accennato, mai una volta hanno avuto esito positivo…): dopo Angiulli (ancora una volta impalpabile), dentro attaccanti a iosa, da Manneh a Curiale a Brodic, andando a intasare la trequarti avversaria in un 4-2-4 improbabile. Il solo Manneh, autore di due o tre spunti notevoli, ha dato l’impressione di poter davvero incidere, tanto che ci si chiede per quale motivo non potesse essere inserito prima, considerato che in avanti i rossazzurri apparivano troppo lenti. È vero, per onestà intellettuale, se la palla di Lodi fosse entrata o se Curiale avesse messo dentro almeno una delle chance a sua disposizione, probabilmente alcuni giudizi avrebbero assunto forma leggermente diversa, tuttavia con i “se” e i “ma” non si va da nessuna parte. E Curiale non è stato sfortunato, ha semplicemente sbagliato occasioni per lui ghiotte. Oltre tutto, anche il Trapani ha fallito alcune chance clamorose per il raddoppio (soprattutto con Tulli, su uscita pessima di Pisseri) prima che il neo entrato ‘Nzola si facesse buttare fuori da Marchetti per un inutile fallo su Lodi. Diciamo che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma il Trapani ha fatto qualche errore in meno…

Oltre la Paganese
Battere la derelitta Paganese al “Massimino” domenica prossima non può considerarsi la medicina definitiva per le sanguinanti ferite rossazzurre. Bisognerà andare oltre, cercare di fare tesoro di tutte le indicazioni venute fuori dalle ultime due gare e far assumere, finalmente, un volto definitivo a questa squadra, magari recuperando gente come Rizzo e Sarno. E riflettendo seriamente, per non commettere nuovamente l’errore della passata stagione… Let’s go, Liotru, let’s go!!!